Uomo politico francese. Già
consigliere nel Parlamento di Metz, nel 1759 fu nominato controllore generale
delle Finanze. Per risanare le finanze dello Stato, tentò di operare una
drastica riduzione delle spese della corte e di abolire i privilegi finanziari
di cui godevano la nobiltà e il clero, invitando inoltre gli esponenti
delle classi privilegiate a cedere all'erario parte dei loro oggetti preziosi.
Inviso perciò alla nobiltà, fu costretto a dimettersi. Alludendo
alla sua amministrazione parsimoniosa, i nobili crearono una serie di motti
pungenti, tanto che il suo nome divenne sinonimo di tirchieria gretta e
meschina, e passò a significare tutto ciò che è
striminzito, insufficiente, meschino (Limoges 1709 - Bry-sur-Marne, Parigi
1767).